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Confesercenti: commercio, i piccoli ancora non agganciano la ripresina. Cresce il gap con la grande distribuzione

26 Novembre 2015

Nonostante il leggero calo di settembre, i dati dell’anno confermano una modesta ripresa della spesa delle famiglie: ma le piccole superfici non riescono ancora ad agganciarla, ed il gap con la GDO diventa sempre più evidente: lo scarto tra il fatturato delle due forme distributive è stato del 3,1%, più del doppio di quello registrato nel mese di agosto (1,5%). Un dato confermato dalle chiusure di negozi: nei primi 8 mesi dell’anno si sono registrate oltre 11mila cessazioni di piccole e medie imprese del commercio al dettaglio in sede fissa. Uno scenario  ancora più preoccupante in questa fase: la paura generata dagli attacchi terroristici  potrebbe condizionare fortemente la propensione al consumo degli italiani, soffocando la timida ripartenza. Inoltre, l’allerta globale lanciato dagli Usa potrebbe avere effetti deleteri sui flussi e i consumi turistici della prossima stagione natalizia.

Così Confesercenti sui dati Istat relativi alle vendite nel commercio a dettaglio nel mese di settembre.

Complessivamente, tra gennaio e settembre le vendite sono cresciute dello 0,6% in volume, soprattutto grazie alla buona performance del comparto non alimentare. Le piccole superfici, però, per ora appaiono escluse da qualsiasi beneficio portato dalla modesta ripresa: nei primi 9 mesi di quest’anno, il valore delle vendite dei negozi è diminuito ulteriormente rispetto al 2014, mentre per la GDO è aumentato dell’1,8%. Una differenza frutto di una politica economica che, negli ultimi anni, ha scelto di privilegiare soprattutto le grandi imprese. A partire dalla liberalizzazione degli orari, che ha permesso alla grande distribuzione di erodere quote sempre maggiori di mercato alla distribuzione tradizionale. Un ‘trasferimento’ che abbiamo più volte denunciato e che diventa di mese in mese più grave. Ci sembra positiva, invece, l’idea di introdurre nuovi bonus, per le forze dell’ordine e per i 18enni, così come il piano di ‘rammendo delle periferie’ annunciato ieri dal Premier. Un intervento che sosteniamo, e che va nella stessa direzione del “Pacchetto Commercio” che proporremo di inserire nella Legge di stabilità, che mira a sostenere negozi e pubblici esercizi che apriranno nelle zone degradate delle città attraverso una fiscalità premiale.