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Enasarco, una mancetta per pochissimi agenti di commercio: l’erogazione straordinaria non riguarda il 96% della categoria. Fiarc: provvedimento miope e non strutturale

03 Aprile 2020

Non contenti del tentativo – fortunatamente sventato – di sospensione delle elezioni, gli “strateghi del rinvio” (sempre loro, che ancora per poco, si spera, fanno il bello e cattivo tempo nel Consiglio di amministrazione dell’Enasarco) ne hanno combinata un’altra, con l’aggravante di presentarla come uno straordinario beneficio riconosciuto agli agenti: ci riferiamo all’erogazione straordinaria di 1000 euro per l’emergenza Coronavirus.

Dissolto il fumo in cui è stato avvolto l’annuncio, rimangono le nude cifre che dimostrano come la montagna dell’Enasarco abbia partorito il topolino della mancetta a un numero limitatissimo di agenti.

L’Enasarco ha stanziato poco più di 8 milioni di euro: dividendo questa cifra per i mille euro di ciascuna erogazione, ne consegue che ne godranno poco più di 8.000 agenti. Per carità, meglio 8.000 che nessuno. Si dà il caso, però,che gli agenti in Italia siano circa 200.000. Quindi beneficerà dell’erogazione straordinaria circa il 4% di essi. Ma – dice l’Enasarco – non vogliamo dare contributi a tutti, ma solo agli agenti fino a una certa soglia di reddito, fissata a 40.000 euro. E però gli agenti che raggiungono questa soglia reddituale sono circa 40.000. Dunque, dato lo stanziamento, l’Enasarco riuscirà a erogare i mille euro solo a una piccolissima parte della platea che esso stesso ha selezionato.

Ricapitolando: oltre 190.000 agenti (circa il 96% del totale) non avranno alcun beneficio e anche fra coloro che formalmente avrebbero i titoli per averlo (40.000) solo una minoranza lo avrà effettivamente (i circa 8.000 di cui sopra).

A tutto ciò si aggiunga che la domanda di contributo va fatta da parte di ogni agente attraverso la propria area personale (“Dalla serata di oggi è possibile inviare le domande online, tramite l’area riservata inEnasarco”, si legge sul sito della Fondazione), alla quale si accede attraverso username e password. Una parte significativa (diciamo pure la maggioranza) degli agenti non ha mai svolto la procedura per accedere al proprio “conto agente”. E tale procedura non è immediata perché comporta l’invio di una scheda personale corredata di carta di identità all’Enasarco, il quale a sua volta invia il Pin all’agente per effettuare il primo ingresso. Insomma: nei fatti si limita ulteriormente la possibilità di fruire del “beneficio” e in ogni caso si complicano ulteriormente le cose.

Insomma, un provvedimento miope e drammaticamente insufficiente, che la Fiarc, la federazione degli agenti aderente a Confesercenti, ha giudicato inaccettabile e rispetto al quale aveva presentato due proposte alternative:

  1. Con la stessa dotazione finanziaria limitata a 8/10 milioni Enasarco potrebbe costruire un fondo di garanzia per far accedere gli agenti a piccoli prestiti restituibili in 36/60 mesi a partire dal 1° gennaio 2021.
  2. Procedere a un almeno parziale smobilizzo del Firr, consentendo agli agenti di utilizzarlo per le immediate esigenze di liquidità.

Sono due interventi di carattere strutturale che avrebbero consentito di mobilitare risorse ben oltre la mancetta. Ma gli “strateghi del rinvio”, evidentemente più adusi a manovre di corto respiro, le hanno bocciate.

Che dire? Ancora una volta, ci pensino bene gli agenti quando fra qualche settimana dovranno esprimere il loro voto: sempre di più la differenza degli schieramenti in campo risulta evidente. Magari si riuscirà a cacciare lorsignori dalla dorate stanze e la musica finalmente cambierà: anche sui contributi per l’emergenza Coronavirus.

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