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Fallimenti in calo nel 2015, ma per il commercio la situazione è critica

21 Luglio 2015

Il settore registra 1.049 fallimenti nelle vendite all’ingrosso e oltre 1.000 in quelle al dettaglio. Particolarmente colpiti i pubblici esercizi e i negozi di abbigliamento

Una buona notizia per le imprese italiane: dopo un lungo periodo in cui il totale dei fallimenti è risultato in continua crescita, nei primi sei mesi dell’anno il numero si è fortemente ridotto. Le imprese che hanno portato i  libri in tribunale sono state, infatti, 7.293, un calo del 10%,  equivalente a 808 casi in meno, rispetto a giugno 2014.

I dati sono frutto dell’analisi dei fallimenti in Italia, aggiornata al secondo trimestre 2015, realizzata da Cribis D&B, la società del gruppo Crif specializzata nella business information.

Il primo semestre del 2015 in media sono fallite 53 imprese ogni giorno (considerando le sole giornate lavorative), poco più di 2  imprese ogni ora. rispetto a giugno 2009 la percentuale dei fallimenti è in aumento del 58,8%, contro il +79% di un anno fa, un altro dato  che sottolinea un segnale di ripresa economica.

La distribuzione sul territorio nazionale dei fallimenti è  strettamente correlata alla densità di imprese attive nelle diverse  aree del paese. La Lombardia si conferma la regione d’Italia in cui si registra il maggior numero di fallimenti, con 1.513 casi nei primi 6  mesi del 2015, un’incidenza del 20,7% sul totale Italia. Dal 2009 ad  oggi si contano 18.091 imprese lombarde fallite.  La seconda regione più colpita è il Lazio, con 906 imprese chiuse nel 2015 e un’incidenza sul totale Italia del  12,4%. Segue la Campania con 666 casi e relativa incidenza del 9,1%. Poi, in ordine, per completare le prime dieci posizioni troviamo il Veneto con 627 fallimenti, l’Emilia Romagna (528), la Toscana (517), il Piemonte (472), la Sicilia (399), la Puglia (360) e le Marche (220). All’ultimo posto della classifica c’è Aosta con solo 9 fallimenti, un totale di 85 fallimenti dal 2009, ma con una incidenza
delle sue imprese di solo lo 0,1% sul totale Italia.

L’edilizia e il commercio sono i macrosettori più colpiti dalla crisi.

Molto critica la situazione del commercio, che registra 1.049 fallimenti nelle vendite all’ingrosso e oltre 1.000 in quelle al dettaglio. Nel commercio al dettaglio hanno chiuso 377  ristoranti e bar, 264 imprese di abbigliamento e accessori, 125 alimentari, 112 negozi di arredamento e articoli per la casa.

Nel settore edile si contano ben 1.838 imprese fallite nei primi seimesi dell’anno. Il comparto in maggiore sofferenza è quello della  costruzione di edifici, in cui si registrano 865 fallimenti, a cui  si aggiungono 583 installatori che hanno portato i libri in  tribunale. Vengono segnalati anche 390 casi nella locazione immobiliare.