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Fiarc: “Enasarco, continuano i provvedimenti-farsa E agli agenti di commercio vanno solo le briciole. Ben due consigli di amministrazione per votare misure del tutto insufficienti”. Intervista al presidente nazionale, Antonino Marcianò

10 Giugno 2020

Roma, 10 giugno 2020

Presidente Marcianò, ben due consigli di amministrazione dell’Enasarco in due giorni? Che succede?
“Purtroppo per gli agenti, molto meno di quanto il numero delle riunioni farebbe supporre. Sostanzialmente l’impostazione e l’immobilismo di fondo che hanno caratterizzato la maggioranza che governa la Fondazione non sono stati scalfiti”.

Ieri pomeriggio si è parlato di anticipo Firr. Quali le novità?
“Dopo ben sei ore di discussione, è venuta fuori la possibilità per gli agenti di avere un anticipo del 10% del Firr. Intanto non è il 30% come era stato sbandierato e molto lontano dai 450 milioni sbandierati e annunciati. La ragione è evidente: l’accordo che alcune associazioni degli agenti e delle preponenti avevano sottoscritto non impegna l’Enasarco, che deve tutelare la propria solidità patrimoniale e la propria solvibilità. Come Fiarc lo avevamo detto subito e non certo perché vogliamo negare agli agenti tutto il sostegno possibile. Ma non lo si può fare mettendo a repentaglio i conti della Fondazione: un argomento, questo, che almeno una parte della stessa maggioranza ha ben presente, anche contro un’altra parte che, invece, preferisce illudere la categoria a dispetto della realtà. Non a caso la discussione è durata tanto”.

Ma almeno il 10% arriverà presto?
“Non prima di settembre/ottobre, se tutto andrà per il verso giusto”.

In termini sostanziali che cosa significa l’anticipo per gli agenti?
“Nella stragrande maggioranza dei casi, qualche centinaio di euro, nei casi più fortunati poco più di mille. Alcuni esempi evidenziano questa proiezione:

1. iscritti al Fondo Firr 57000 (sono il 25%) con accantonamento dai 1500 ai 5480 euro per cui il 10% significa dai 152 ai 548 euro
2. iscritti al Fondo Firr 23000 (sono il 10%) con accantonamento dai 6500 a 10486 euro per cui il 10% significa dai 650 ai 1000,00 euro
3. iscritti al Fondo Firr 24000 (sono il 11%) con accantonamento dai 10486 ai 20.000,00 euro per cui il 10% significa dai 1040,00 ai 2000,00 euro

La delibera prevede: ‘Le anticipazioni saranno erogate nella misura del 10% nel più breve tempo possibile comunque entro il 31.12.2020.
Si dovrà procedere alla separazione non solo contabile della gestione del fondo Firr dalla gestione previdenziale, cioè dopo 82 anni. La delibera sarà inviata ai Ministeri Vigilanti per tutto quanto di loro competenza ai sensi dell’art.3 del decreto legislativo n.509/1994′”.

Questa mattina si è votato uno stanziamento di 16 milioni. Per farne che cosa?
“Non è chiaro: probabilmente, andranno a rimpinguare il precedente stanziamento di 8 milioni finalizzato al bonus di mille euro. Anche in questo caso, i conti sono presto fatti: un totale di 24 milioni diviso per mille euro porta a soddisfare 24.000 agenti. Meglio di prima, ma sono sempre poco più del 10% della categoria”.

E quanto arriveranno questi soldi, visto che molti degli aventi diritto non hanno ancora ricevuto il bonus derivante dal primo stanziamento?
“Non lo sappiamo. L’unica certezza anche in questo caso è che il provvedimento dovrà avere il sì dell’assemblea dei delegati e poi dei ministeri vigilanti; poi l’Enasarco dovrà far partire i bandi. Non credo di esagerare se dico che gli agenti non vedranno soldi non prima di fine anno. Al 2067 il tutto apporterà una riduzione patrimoniale del conto Firr di 70 milioni”.

La categoria potrà aspettare?
“È proprio questo il problema: le proiezioni dicono che a fine 2021 saranno almeno 18mila gli agenti che saranno stati costretti a interrompere la loro attività. In questa situazione, a ormai a quattro mesi dall’inizio dell’emergenza, ci si continua a baloccare con provvedimenti farraginosi, insufficienti e che comunque arriveranno in clamoroso ritardo. Gli agenti – tutti gli agenti e non solo una ristrettissima minoranza – avevano bisogno di un robusto aiuto subito. Altro che mancette ‘a babbo morto'”.

Presidente, lei sa qual è l’obiezione che le farebbero i sostenitori di queste misure, vero? I soldi – dicono – sono questi, meglio aiutare almeno una parte della categoria e, in ogni caso provvedimento dopo provvedimento, gli aiuti stanno arrivando. Come risponde?                                                                                    “Rispondo che è come se un medico si vantasse di aver utilizzato un po’ di crema per curare un paziente che si è rotto una gamba. Rispondo che questo malcapitato paziente avrebbe buonissime ragioni per lamentarsi. E rispondo anche che la Fiarc non è disposta a fare la foglia di fico a una linea del Cda che si sta rivelando fallimentare per la categoria e per l’Enasarco stessa. Davvero si può pensare che la Fiarc non voglia aiutare agli agenti? O che le nostre critiche siano critiche per partito preso? La verità è che qui si vedono soltanto decisioni estemporanee e inadeguate alla drammaticità della situazione. Chi vorrà potrà iscriversi al webinar di venerdì 12 giugno dalle ore 15,30 (inviando una e-mail a fiarc@confesercenti.it) e ascoltare nel dettaglio le nostre proposte a tutela e salvaguardia degli agenti di commercio, dei consulenti finanziari e della stessa Fondazione Enasarco. Ma soprattutto perché faremo emergere la vera contraddizione di tutta questa storia”.

Quale?
“Beh, la cosa sarebbe comica se non riguardasse il futuro di tanti colleghi: l’attuale maggioranza ci dice che non può deliberare altre misure perché esse impegnerebbero la futura consiliatura. Che poi sono gli stessi che hanno votato il rinvio delle elezioni con il pretesto dell’emergenza Covid. Insomma: non possiamo fare di più perché il Cda è in scadenza, però ne impediamo il rinnovo rinviando le elezioni. Logica stringente, come si vede. Ma è una ‘logica’ che salva soltanto le attuali posizioni di potere. E pazienza se agli agenti vanno le briciole e il futuro dell’Enasarco è sempre più grigio”.