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Saldi, Confesercenti: “I piemontesi spenderanno 220 milioni. Potrebbe essere la svolta dopo un anno difficilissimo, con i prezzi più bassi di sempre”

02 Luglio 2021

“Spesa media fra i 150 e i 170 euro. Scarpe, borse e accessori gli articoli

più richiesti. Dai consumatori sempre maggiore attenzione alla qualità”

 

Torino, 2 luglio 2021 – Circa 220 milioni, di cui 50 provenienti dalle tredicesime: è questa la stima di spesa dei piemontesi per i saldi che iniziano domani, sabato 3 luglio. In media, ogni famiglia destinerà agli acquisti in abbigliamento e calzature fra i 150 e i 170 euro. È questa la valutazione dell’ufficio studi di Confesercenti, anche sulla scorta di un sondaggio svolto da Swg, secondo il quale è alto l’interesse dei consumatori: il 52% dichiara di voler approfittare dei saldi estivi per fare uno o più acquisti, mentre il 27% deciderà in base alle occasioni.

Gli sconti – Saranno subito alti (30/50%) e particolarmente favorevoli perché operati su prezzi già bassi: molti commercianti, infatti, nella difficile passata stagione hanno abbassato i prezzi rinunciando a una parte del loro margine, pur di assicurare continuità alle loro aziende. Dunque per i consumatori ottime occasioni, con i prezzi più bassi di sempre.

Gli articoli – Quelli più richiesti dai torinesi saranno borse, calzature e accessori in genere indicato dal 63%, seguito da maglie e magliette (40%) e – a grande distanza – da camicie e camicette (19%). Seguono l’intimo (segnalato dal 18%), costumi da bagno e accessori mare (17%) e borse, cinture, portafogli e piccola pelletteria (10%); i commercianti riscontrano anche un ritorno alla qualità e al prodotto particolare ed ecologico (per tessuto e modalità di lavorazione): quindi, numero inferiore di capi acquistati ma più attenzione alla loro qualità.

I negozi – Si prevede alto il livello di adesione dei negozianti: anche quest’anno, a partecipare alle prossime vendite di fine stagione sarà oltre il 90% dei quasi 2000 negozi cittadini (circa 3000 con la provincia).

Un settore in crisi – Questi saldi si inseriscono in una situazione di crisi che affligge il settore abbigliamento e calzature ancora prima della pandemia ma che la pandemia ha sicuramente aggravato, come dimostrano i dati sulla natimortalità delle imprese. In poco più di dieci anni il settore ha perso circa un quinto dei negozi a Torino città e addirittura un quarto nell’intera provincia. Fra 2019 e 2020 (anno di pandemia) il calo è di oltre due punti percentuali e Torino e di 1,7 in provincia, quando l’intero comparto del commercio registra in media perdite più basse (-0,6 a Torino e -0,8 in provincia).

Ecco i dati completi

Abbigliamento e calzature
2020 su 2009
Torino città Torino e provincia
2020 2009 Saldo % 2020 2009 Saldo %
1.772 2.240 -468 -20,9 2.842 3.806 -964 -25,3
2020 su 2019
Torino città Torino e provincia
2020 2019 Saldo % 2020 2019 Saldo %
1.772 1.810 -38 -2,1 2.842 2.890 -48 1,7

 

“Speriamo – dice Micaela Caudana, presidente di Fismo, la federazione dei commercianti di abbigliamento e calzature aderente a Confesercenti – che queste previsioni siano confermate. Sarebbe il primo vero segnale di svolta per un settore duramente colpito dalla pandemia: basti pensare che lo scorso anno in Piemonte ha perso un miliardo in consumi. È l’intera filiera ad aver sofferto per le chiusure e per la ridotta mobilità delle persone: non è un caso che sia fra le poche per le quali è stato prolungato il divieto di licenziamento.

“Ora noi commercianti vogliamo lasciarci alle spalle tutto questo e contiamo sul fatto che la voglia di uscire e riprendere le proprie abitudini che si riscontra per i pubblici esercizi contagi anche i nostri negozi. D’altra parte, sarebbe la conferma di piccoli segnali positivi per il nostro settore che si sono già manifestati dallo scorso aprile in coincidenza con le riaperture generalizzate. E speriamo che si confermi anche la tendenza – già emersa in questi mesi – di un ritorno dei consumatori ai negozi di vicinato, che garantisce qualità, professionalità, presenza e continuità di rapporto con la clientela”.