home | Generale | Moneta elettronica, Confesercenti: “Il problema sono le commissioni, non le sanzioni. Il numero di Pos è raddoppiato dal 2015 ad oggi, senza bisogno di multe. Ma gli alti costi di utilizzo delle carte azzerano i margini su alcuni prodotti: eliminiamoli per transazioni fino a 50 euro”

Moneta elettronica, Confesercenti: “Il problema sono le commissioni, non le sanzioni. Il numero di Pos è raddoppiato dal 2015 ad oggi, senza bisogno di multe. Ma gli alti costi di utilizzo delle carte azzerano i margini su alcuni prodotti: eliminiamoli per transazioni fino a 50 euro”

29 Novembre 2022

Torino, 29 novembre 2022 – “Che le sanzioni sul Pos siano diventate l’argomento più controverso della manovra di bilancio è veramente paradossale. Il problema della moneta elettronica non sono le sanzioni, ma le commissioni“: così Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti, giudica il dibattito apertosi sulla questione della moneta elettronica.

> Per tabaccai e benzinai rischio di annullare ogni guadagno
Che il problema siano le commissioni basta qualche esempio a dimostrarlo. Un tabaccaio che rinnova un bollo auto da 50 euro ha un margine di guadagno di 1 euro, praticamente annullato dal pagamento elettronico. E ciò vale anche per altri servizi utili per i cittadini – come i pagamenti dei bollettini e delle multe – che con la riduzione di bancomat e uffici postali sul territorio si sono trasferiti presso negozi, edicole e tabaccai: se questi pagamenti vengono effettuati con carta di credito, di fatto le commissioni azzerano o quasi il guadagno. Il problema riguarda anche i carburanti: un rifornimento di benzina di 50 euro, pagato con alcune carte di credito, porta addirittura al di sotto dello zero il margine del benzinaio.

Banchieri: “Zero commissioni sulle transazioni fino a 50 euro”
“Si ritiene – continua Banchieri – che la soluzione per combattere l’evasione fiscale sia rendere obbligatoria l’accettazione dei pagamenti elettronici? Bene. Noi siamo d’accordo: non ci va che vadano fatte passare intere categorie per ‘furbetti’. Si azzerino, però, i costi di tutte le mini-transazioni con Pos e carte di credito fino a 50 euro e se si vuole, a questo punto, si mantengano pure le sanzioni. Però fino a che non si saranno compensazioni con i costi delle commissioni, non si può chiedere ai commercianti di accettare i pagamenti via Pos e rimetterci.
“Da sempre pensiamo – spiega Banchieri – che una maggiore diffusione ed utilizzo delle carte di credito e debito sia opportuna e utile. Anche perché pure gestire il contante è un onere: non sono costi immediatamente visibili ma ci sono, dal rischio rapine alla necessità di assicurazioni e sistemi di sicurezza, il problema delle banconote false e così via. Dunque, modernizziamo la rete e dotiamo tutti di Pos e a lettura veloce contactless. Ma tutto ciò non può essere fatto pesare sui commercianti, gravandoli di commissioni insostenibili”.

> Numero dei Pos in continuo aumento
I dati dimostrano che i Pos sono stati adottati dalle imprese anche senza sanzioni: nel 2021 ce n’erano 3,9 milioni, oltre il doppio del numero del 2015. E anche le transazioni in moneta elettronica sono letteralmente esplose negli ultimi due anni, complice la pandemia: nel 2021 sono state circa 3,8 miliardi, il 52% in più del 2019.
E il totale del transato ha toccato i 183,6 miliardi di euro, il 35% in più. Anche il 2022 è partito con l’acceleratore: nei primi sei mesi le sole carte di debito hanno totalizzato oltre 98 miliardi di euro in 2,1 miliardi di operazioni, il 20% in più dello stesso periodo del 2021. Un boom che però ha dei costi notevoli per gli esercenti: circa 772 milioni di euro l’anno, fra commissioni e acquisto/comodato del dispositivo.